Mahare

Questo nome deriva da una leggenda isolana (di Alicudi per l’esattezza) secondo la quale, all’inizio del secolo scorso (1902-1905), con l’emigrazione di massa dai piccoli centri verso le città causata dalla carestia, nasce la leggenda delle Mahare (streghe volanti). In realtà la leggenda nasce dalle allucinazioni, responsabili di visioni collettive, causate da un fungo che attaccava le derrate alimentari a disposizione a quei tempi ed in particolare la segale (segale cornuta).
Ma chi sono le Mahare? Si tratta di tre donne misteriose vestite di nero capaci di trasformarsi in animali, solcare i mari e determinare la sorte dei pescatori e il loro ritorno sulla terraferma. Le Mahare, infatti, la notte si trasformano in uccelli e volano, fino alle coste dell’Africa, a far provviste. Esse si fanno vedere generalmente al calar del sole sulla spiaggia, intente
a preparare lauti banchetti ai quali vengono invitati i pescatori con i quali ceneranno insieme. La leggenda narra che se i pescatori e i marinai consumeranno tutto ciò che viene servito senza mostrare diffidenza verso cibi e bevande, riceveranno in cambio protezione contro le insidie del mare. In caso di esitazione subiranno conseguenze sull’esito della pesca e sul ritorno a casa.
Si dice anche che le Mahare tramandassero ai pescatori l’arte della “tagliata”, una rapida esecuzione di preghiere in grado di far diradare le tempeste e proteggere l’imbarcazione dai naufragi.

Come nel mito, rappresentiamo l’elemento narrativo più suggestivo di questa leggenda marinara, il momento in cui queste donne misteriose si trasformano in uccelli.
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